DELLE TRE METAMORFOSI (UNA LETTURA)

Il leone dice di no, dice “voglio!”, i confini li traccia lui. Il leone ha il coraggio di opporsi, di rinunciare alla guida, al profeta, ha fiducia nella propria forza, è pronto a scendere in guerra, a guardare nel buio, non ci sono miti personali, familiari e sociali che tengano, il ruggito del leone distrugge ogni armatura che gli sia stata costruita attorno o che lui stesso ha preferito indossare, è coraggioso. Il leone però può restare incastrato nella lotta per il confine, restare allerta affinché quel confine venga rispettato, consumarsi per difendere il suo territorio anche quando non è più necessario.
Il fanciullo conosce il cammello, lo ha visto dentro e fuori di sé, ha vissuto con umiltà il duro lavoro, ha introiettato la regola, il limite del proprio spazio in relazione allo spazio dell’altro che deve e vuole rispettare, se ha percepito il limite forse ha sentito l’angoscia del limite primario: la morte. Il fanciullo si è fatto leone, ha ridefinito i confini, ha vinto la paura, del cambiamento, del conflitto, del fallimento, della morte. Il leone dentro il fanciullo è un leone tranquillo, non ha più bisogno di difendere i suoi confini perché li ha chiari dentro di sé, può muoversi al loro interno con leggerezza, è creativo e libero. Il fanciullo ha integrato il cammello e il leone e si muove come in una danza con entrambi.
Ilaria Notarbartolo